Guardo in volto il tuo ricordo questa notte
nell’insana follia di fissare un domani di nulla,
di graffiare il dileguandosi dei giorni.
Torno alla memoria nuda,
ai battiti, agli abiti che soli resteranno
di questi nostri giorni.
Di nuovo questa vergognosa faccenda
della morte che attende,
di questi inverni che sfilano e le nebbie
e le lune di nuovo, dopo giorni di nubi.
Assediato da questa e altre domande,
prima di svendere passato e futuro
e tentare soltanto di tagliare al meglio
l’intensità della luce e l’angolo
per fare entrare in casa
questo unico rettangolo di luna.