Oggi sarà giornata dedita allo studio, tra un’oretta mi trasferisco in biblioteca e ne usciro solamente in serata. L’aggregatore farà il suo lavoro e mi riaggiornero in serata.
Due post molto interessanti li ho comunque già trovati, li segnalo alla riflessione collettiva.
Il buon Fabio riflette un attimo sul BarCamp, conseguenze una settimana dopo. Condivido la maggior parte di quanto dice, in primo luogo la necessità di aprire verso l’estero e verso la ricerca, proponendo anche, se necessario di spezzare gli eventi in maniera tematica, come qui avviene già da tempo. Si potrebbero davvero avere alcuni eventi maggiori come dimensioni e liberi quanto ad argomenti e si potrebbe allo stesso tempo utilizzare il BarCamp come format per riunioni tecniche dedicate ad argomenti specifici con un numero ridotto di partecipanti.
Il problema di tirare dentro lo straniero sarà di difficile risoluzione, la blogosfera italiana mi pare un attimino particolare nelle proprie relazioni, questo deriva dalla situazione socioculturale del paese, ma soprattutto questo implicherebbe un uso corrente dell’inglese, che non so quanto sia davvero comune fra tutti.
Il problema di tirare dentro il mondo universitario è più complesso. A parte il fatto che a Roma si era in svariati a venire da questo, bisognerebbe intervenire all’interno dello stesso, facendo conoscere ed invitando, potrebbe funzionare. Io ad esempio ho pubblicato una settimana fa un articolo a riguardo su Heos.it che ha proprio questo come target. Si tratta di muoversi nella direzione volta, poi se ci sono i contenuti il resto verrà.
Resto comunque dell’idea che per attrarre gli esterni si debba un attimo uscire da due logiche primarie che sono da un lato la presentazione esclusiva di prodotti, dall’altra il parlare di blog senza considerare il resto del mondo digitale. Più gli argomenti sono larghi, più persone interverranno. Lasciare quindi i tecnicismi e le discussioni mirate per incontri specifici dedicati ad esperti e interessati, rendere i BarCamp di dimensioni maggiori invece come momenti di contatto tra il mondo della rete e altri settori sociali. Questa la mia idea al momento.
Seconda notizia interessante della giornata recuperata via Gaspar, come il nuovo Vista, che uscirà oggi, gestirà i contenuti digitali.
Mi sono sleggiucchiato articolo e commenti e sono felice. Il portatile nuovo l’ho preso tre mesi fa, e ho fatto aggiungere il cd di Xp per la reinstallazione, anche su un eventuale nuovo pc. E’ la prima volta che lo faccio con una motivazione.
Se ne parlava da tempo, Vista sarà molto più stretto (e secondo me stupido) nel gestire i contenuti. Potrebbe non riconoscere persino l’hardware originale, di sicuro cercherà di tagliare fuori tutto quanto è open source, non parliamo di quanto non originale secondo i criteri delle grandi major.
Allora sono felice, perché dopo aver abbandonato Office per l’equivalente libero (e lo consiglio a tutti) ora mi sono convinto che quando Xp uscirà dalle amorevoli cure di Microsoft non passero a Vista, ma a Apple o a Linux, e se non ho mai avuto voglia di imparare ad arrangiarmi un po’ per gestire il mio sistema operativo ora mi è venuta. Nel giorno in cui esce la nuova grande sfida di Bill Gates, io lo ringrazio, finalmente è riuscito a liberarmi da se stesso.
Grazie Bill!
Ciao Fabio, grazie per l’apprezzamento, vero, spero, più di quanto ci creda io in molti momenti!
Per l’idea di luoghi fisici di ritrovo sono completamente d’accordo, poi rispondero da te, aggiungono un qualcosa in più senza il quale la rete non sa arrivare tanto lontano. Anche se è un’impressione che da poco ha cominciato a diventare tale a livelli davvero ampi.
Per il citizen camp credo saro mooooolto assente, a meno che qualcuno non si premuri di pagarmi il viaggio per motivi a me oscuri!
L’università come tema cerchero di riprenderlo appena possibile, non mi dispiacerebbe approfondirlo…
Cai Simone, come al solito, preciso e puntuale nei commenti e nella sintesi. ti invidio.
Mi sto convincendo che per allargare le logiche barcamo sia una buona idea creare degli spazi fisici dove poter portare avanti la riflessione. non centri sociali ma luoghi di lavoro veri e pprori dove i legami deboli che caratterizzano il pensiero in rete possano periodicamente coagularsi in attività. Nei prossimi giorni cercherò di spiegare il concetto di co-working così come lo sta declinando semplicemente Chris Messina che mi sembra interessante.
Ci vediamo al citizen Camp che mi sembra una bella idea che vada nell agiusta direzione.
Per quanto riguarda l’università il discorso è complesso e non frequentando molto il mondo accademico mi piacerebbe approfondirlo. Quello che mi sembra utile è stanare i geek che stann all’università per “esporli” al mercato in prima persona.
Se io avessi dato due esami non sarei in piedi alla mala ora in cui commenti!!!
Avrei passato 20 ore almeno a dormire e poi sarei uscito per tre giorni senza mettere piede a casa! Quindi mi aspettavo il tuo commento non prima del 2 febbraio…
Orsù!
Io ho dato ieri due esami, oggi cazzeggio puro e dolce tranquillità casalinga…
Concordo con quanto dici su vista, si ad apple e all’open office… che non è così male!