Come ultimo incontro della rassegna « Poliedrica » per l’inverno 2007 ci saro io…
Per chi di voi fosse interessato e libero lunedì 30 aprile prossimo, alle ore 18.00 presso l’Allround Café di Forli, situato all’interno del Mega (che non ho capito esattamente cosa sia, ma credo un misto tra un luogo di aggregazione e un centro commerciale) al 144 di corso della Repubblica, avrà luogo una lettura poetica a titolo “E Londra è il nostro tempo”.
Il titolo della serata che mischierà poesia, aperitivo e arte visiva viene infatti dalla mia prima raccolta di poesie che potrebbe, dicono alcuni, essere pubblicata non troppo avanti nel tempo.
Ovviamente la lettura di questo post vale come invito ufficiale per la serata, della quale vi appiccico qua sotto la nota ufficiale di presentazione. Venite numerosi, ma non troppo, che sempre di poesia si tratta e poi se ci sono più di cinque persone ci si emoziona e non ci si crede…
Per i più simpatici e volenterosi di voi la lettura di questo post vale anche come invito ufficiale alla cena riservata ai “pochi ma buoni” che seguirà il tutto!
Vi aspetto mediamente numerosi.
Ecco comunque la presentazione ufficiale:
“Si tratta di ridare valore alle parole, di inserirle in contesti semantici nuovi”, con queste parole Simone Morgagni, ragazzo poco più che vent’enne di Cesena, laureando in scienze della comunicazione a Bologna e studente presso la scuola di alti studi in scienze sociali di Parigi, spiega il valore della parola poetica e il senso intrinseco della sua poesia, un modo per affrontare e riscoprire la realtà, fotografandola da nuove angolature, inusuali, personali, particolari.
La poesia di Simone nasce direttamente dalla quotidianità delle proprie esperienze ma ad essa non si ferma, recando nel suo grembo le ali per ampi slanci verso significati di ben più ampia portata e riflessioni esistenziali nate da chi, come Simone, si interroga costantemente sul significato degli eventi, delle persone, del mondo e della vita che lo circondano.
Il verso di Simone è semplice, lineare e possiede una particolare grazia. Sono versi solitamente brevi, curati minuziosamente, rivisitando il valore che le parole stesse avevano originariamente, uscendo, citando ancora Simone, “dal circolo vizioso della parola fine a sé stessa, senza peso nè valore”.
“E Londra è il nostro tempo” (all’autore il compito di spiegarne il singolare e bellissimo significato nell’incontro di “Poliedrica” del 30 aprile, che lo vedrà protagonista) è la sua prima, interessante raccolta poetica organica, “una riflessione, una lotta per giustificare la necessità di andare avanti, per opporre il silenzio della fiducia al rumore delle esplosioni”.
Questa raccolta nasce dalla necessità di “gettare una serie di brevi sorrisi in mezzo alla confusione del mondo, guardandola con occhio pulito”. Così mi ha detto Simone e in queste sue parole riconosco l’essenza stessa della sua poesia, così discreta e radicata nell’analisi minuziosa di eventi personali e quotidiani, eppure così forte e capace di spalancare finestre su terreni che toccano la vita di ognuno di noi.