Propongo un secondo estratto dopo quello di ieri…
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I rifiuti, tutti i sadici sanno cosa sono. Lo sanno al punto che si proporrebbero quasi per fare la cernita degli esseri umani. Eugenisti allo stesso tempo che igienisti, lavorano per il bene della comunità, disinteressati, benevoli, gentili, amabili, pieni di sollecitudine per tutti i rifiuti umani che infestano la società. Sono tutti questi disadattati, questi incontinenti della passione, questi incapaci che scelgono di spendere piuttosto che di risparmiare e arricchirsi, questi poveri che fanno dei bambini piuttosto che di lanciarsi in rete, questi esseri di carne che mangiano, che eliminano, che sudano, questi scarafaggi che lavorano per i grandi…
I sottoumani non partecipano alle mutazioni del sociale. Ne sono esclusi dal loro stesso comportamento. O almeno questo è quanto cerca di far credere il dogma. Perché andare a fare la spesa al supermercato, andare dal panettiere o in una libreria per guardare e sentire i prodotti quando posso farmi mandare tutto a casa risparmiando?
Uscire di casa è come uscire fuori da sé. Questo consiste nel prendere il rischio di sporcarsi il corpo e l’anima al contatto con l’altro. Non è “In” arrabbiarsi, essere nervosi o ribellarsi. Lasciarsi andare alle passioni è un crimine, una macchia di fronte a tutti gli altri benpensanti. Un atto antisociale. Si oppone alla necessità di una comunicazione amichevole, anche se non amabile. Nella modernità, l’altro è sporco, disgustoso, grondante desideri e sentimenti. E’ un peso sulla coscienza del soggetto moderno, una spina nel fianco. Il corpo è pericoloso, infetto. Potrebbe tradire e intaccare la coscienza et la purezza del suo desiderio di controllo.
Diventa allora sempre più necessario trovare un luogo protettore e protetto, un altrove che, bloccando agli altri ogni possibilità di disturbarci, autorizzi il soggetto a controllare tutto autonomamente, se stesso e le proprie relazioni eventuali. I moderni dicono di aprirsi al mondo. In realtà, non smettono di fuggirlo installando tra essi e la realtà esterna sempre più controlli, barriere e media. La realtà virtuale è un sogno igienista, la realizzazione di un desiderio di controllo assoluto quanto fondamentalmente infantile.
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E voi,
Che ne pensate?