Navigavo pallido e assorto per la blogsfera italiana prima di uscire questo sabato sera quando vedo, all’interno di un blog politicamente schierato (gruppo che evito volentieri per la difficoltà media nel parlare con gli autori e nell’uscire dalla demagogia personale di ognuno di essi) la seguente frase: “Voi sapete che esiste anche un sistema di agenda setting, che, tramite un determinato ordine implica un metro di giudizio di importanza delle notizie nei lettori????”
Ora, dopo essere inorridito, mi chiedo come faccia una frase del genere ad essere pronunciata in maniera cosi stupita e come se fosse un metodo carbonaro dei media per ingannare gli utenti.
Penso che chi l’ha scritta non abbia una grande idea di cosa sia l’agenda setting e abbia letto qualcosa di sbagliato.
In rete immagino.
Seguo il link alla pagina di Wikipedia e comprendo. Il termine é sospeso ed in moderazione.
Vado a leggerlo e riinorridisco, qualcuno aveva scritto cose del tipo: “E’ una delle modalità attraverso la quale i media possono influenzare la percezione della realtà sociale. Il principio è assai subdolo: l’influenza non è basata sui contenuti, ma sulla struttura dell’impaginazione, che tende a greare una gerarchia di importanza degli argomenti, evidenziando quelli che, poi, nell'”agenda mentale” del destinatario (fruitore mediatico)dovranno assumere maggiore o minore significato. Tale attività viene esercitata sia dai media stampati, sia dai media televisivi o radiofonici. Si è rilevato che l’azione di agenda-setting da parte dei giornali ha una influenza a lungo termine, quella, invece esercitata dalla televisione ha un effetto più evidente nell’influenza a breve termine”.
La descrizione é incompleta, non dico faziosa, ma ha uno sguardo assai parziale del fenomeno e lo presenta come una volontà dei media quando l’agenda setting é un fenomeno inconsapevole per gli stessi. Questo non contando il fatto che la stessa teoria ha dei limiti ben precisi, ma evidentemente manca una buona opera di divulgazione sul tema. (se un editore ne vuole fare una io sono disposto, sia chiaro!)
Allora cosa faccio?
Segnalo prontamente il tutto alla proprietaria del blog in questione, ripubblico qui il link un vecchio pezzo scritto proprio per spiegare ai neofiti cosa sia veramente l’agenda setting e domani mi mettero a cercare di sistemare la pagina su Wikipedia.
Spero che questa pagina acquisisca quel tanto di “affidabilità” che la gente possa leggere prima questa che tante cose peggiori pubblicate con noncuranza.
Tutto cio non toglie che l’informazione in rete abbia dei risvolti particolarmente pericolosi a volte. Tema su cui non riflettiamo mai abbastanza…
Ecco due differenti link al testo che era stato pubblicato:
L’agenda setting nella galassia dei nuovi media
L’agenda setting nella galassia dei nuovi media
Update: 21.12
ho modificato rapidamente e personalmente la pagina di wikipedia, spero che qualcuno che legga queste righe possa aggiungere altro e migliorare la voce. Lasciarla come era non mi sembrava il caso. Ora esco
Nulla da dire in contrario, del resto io sto specializzandomi in semiotica teorica, dei nuovi media e della pubblicità a Parigi. Come posso non concordare.
Resta a dirsi che l’anonimo molto colto usa un termine che non sentivo almeno dai tempi di Plotino… SemEiotica. Arcaico senza dubbio!
Ti copioincollo un commento sul discorso di un “anonimo” molto colto sulla questione:
“La teoria dell’agenda setting è davvero primitiva rispetto alle raffinate tecniche semeiotiche: percezione spaziale, ritmo, esperienza del flusso “flow experience”. Se “l’utente” non vuole soggiacere all’orientamento suggerito dall’agenda e dalle tecnologie semiotiche può non leggere più stampa e guardare più tv e cinema, oppure può studiare e conoscere tali tecnologie, essere consapevole. Non si può pretendere che chi detiene la proprietà dei media si astenga dall’usare dette tecnologie di presentazione dei contenuti per influenzare le masse, perché questo è il gioco, come sempre è stato (purtroppo). ”
Infatti :-)))
Un salutone velvet
Contributo e schieramento politico non sono legati, ma é cosa buona che a volte vadano di pari passo, al di là delle idee personali. Non temere, non mi riferivo a te, era un discorso rivolto “alla categoria”!
Al di là delle analisi e delle opinioni l’agenda setting é una teoria che viene spesso usata a sproposito e confusa con la manipolazione. Non dico che non esista manipolazione, anzi, ma l’agenda setting é altro, tutto qua. Separiamo i due termini e sapremo meglio come affrontare l’una e l’altra…
Con la seconda parte del tuo discorso concordo, manipolare é un’arte che piace un po’ a troppe persone qua tra noialtri esseri umani!
Ciao Simone. Sono politicamente schierata, ma soltanto il tanto che basta a farmi avere l’illusione di poter dare il mio contributo ( dal basso, come ricordavo nel mio blog ) per poter cambiare in meglio il mondo. Quindi mi ritengo un’idealista, nessun fanatismo.
Le modalità dell’agenda setting che ti fanno inorridire sono diventate un argomento comune nella blogosfera. Ed è opinione comune che esista manipolazione. Le tue dotte ed accurate analisi attestano il contrario: questo non può che farmi felice. Però, ritengo davvero che laddove esista un pensiero organizzato in giornale, carta stampata o metodo comunicativo di notizie in genere, laddove entri la capacità di interazione dell’uomo, entri immediatamente anche la sua capacità di manipolazione e, a volte, di mistificazione, segno e stimmata della sua intelligenza e dell’imprenscindibile forza di ( come dicevo prima ) interagire con il mondo e cercare di cambiarlo a sua immagine e somiglianza.
Quindi mi sorprenderebbe più una neutralità dei media in questo senso, che una più o meno larvata e più o meno consapevole ingerenza.
Un caro saluto, Velvet