Tronchetti Provera si dimette dalla presidenza di telecom proprio nel giorno in cui apprendo con gioia dalla Gartner del flop, ormai sicuro ed ufficiale dei beneamati messaggi multimediali, i cosiddetti mms.
Questi benedetti mms, i messaggini da inviare col cellulare aggiungendo audio o foto non sono mai stati una mia passione tanto che, ancora oggi, acquisto solo portatili senza telecamera e non mi vergogno più di tanto di non averne mai mandato uno. Credo siano la migliore occasione per dimostrare come gran parte dei prodotti tecnologici lanciati oggigiorno non siano assolutamente testati, pensati e calibrati per gli usi dei consumatori e come, di conseguenza, i fallimenti siano all’ordine del giorno.
Ormai la letteratura accademica ha prodotto anche in Italia una buona quantità di materiale (se qualcuno fosse interessato posso fornirgli qualche riferimento) sul perché e sul come ci si scambi in continuazione brevi messaggi di testo (sms) e una buona e sana lettura dei libri credo avrebbe potuto indicare una soluzione alternativa al lancio con troppe speranze di questo nuovo protocollo. L’sms è una comunicazione estremamente informale, privata, personale e portano, di conseguenza, all’instaurarsi di una relazione tra utenti ben definita che non può accostarsi a quella prodotta da eventuali messaggi multimediali.
La rudimentalità tecnologica di questo formato comunicativo è parte integrante del successo degli sms e non ha quasi nulla in comune con la complessità e l’estraneità prodotta dagli mms. Quanti di voi hanno scattato foto con il cellulare, non sto neppure a chiederlo, ma quanti di voi hanno mai spedito foto agli amici per ricordare loro un appuntamento o un aneddoto divertente. Foto e scrittura appartengono a due universi differenti e come tali vengono utilizzate. Semplicemente qualche volta le industrie della comunicazione prima di spendere milioni di euro in marketing e in innovazioni destinate senza alcun dubbio a cambiarci la vita, Forse dovrebbero tornare un attimo a rivolgersi alla ricerca. Anche a quella poca che c’è, anche commissionandola se non la trovano. Noi poveri studiosi saremmo anche lì apposta, magari per arrotondare, forse semplicemente per vivere, ma manca una cultura della ricerca e dell’innovazione e questa non si crea dall’oggi al domani.
La mancanza di chiarezza delle idee negli industriali credo sia questa sera ancora più evidente. Dopo un balletto a dir poco ridicolo, dopo il puntiamo sul fisso, sulla convergenza, sulla banda larga, su fisso e mobile insieme, solo sul mobile, solo sui contenuti, stasera Marco Tronchetti Provera lascia la presidenza di Telecom Italia. Speriamo che dopo due gruppi dirigenti che hanno scaricato una quantità abnorme di debiti sulla società si possa risolvere qualcosa, dare una direzione industriale al gruppo e tirarlo fuori dai guai, anche a costo di vendere tutto a qualcuno capace, anche a costo di svendere tutto all’estero.